Da Stefano Andreoli - Diario del sottosuolo il
14/11/2009
O.Wilde: un uomo che per tutta la vita cercò la Bellezza e finì per incontrare la Verità
Un lungo lavoro a quattro mani incentrato sulla figura di O.Wilde. Un grande esempio del cercatore inquieto che vive il tormentoso tentativo di abbraciare Dio e l'umanità.
La presente dissertazione riguarda la figura di Oscar Wilde, il cui nome è passato alla storia giungendo alle orecchie di tutti nel bene e nel male; un personaggio unico per la complessa e multiforme personalità e allo stesso tempo per aver conservato durante tutta la vita la semplicità e la purezza del bambino. Il saggio è composto da tre capitoli, il cui scopo è quello di mostrare le diverse fasi del continuo cammino di ricerca di Wilde che traspare dalle sue opere e di portare alla luce alcuni aspetti della sua personalità da molti sconosciuti e inattesi. Per riuscire a comprendere a fondo le sfumature di tale figura, la vita, le relazioni che ne influenzarono il corso, la natura e il significato delle sue opere immortali, è necessario concentrare la prima parte del lavoro sul panorama sociale e politico del XIX secolo e sui fermenti culturali che contribuirono fortemente a plasmarne il pensiero. La società vittoriana, con i suoi rigidi principi morali e la soppressione della libertà individuale, costituì sempre agli occhi di Wilde un sistema contro cui lottare, non soltanto per difendere la propria identità irlandese, ma anche per salvaguardare il principio fondamentale della libertà di pensiero e opinione, necessario per lo sviluppo di ogni uomo. Per questo Wilde lottò continuamente per non omologarsi al pensiero comune e per crearsi una filosofia totalmente soggettiva. La seconda parte del lavoro riguarda la vita estetica e l’amore per la bellezza esaltati nel suo capolavoro ll ritratto di Dorian Gray. Come il protagonista del suo romanzo, Wilde condusse inizialmente un’esistenza all’insegna della bellezza e del piacere, nascondendo la sua vera personalità dietro ad un’affascinante maschera che gli permise di stupire, divertire e talora provocare. Pur conducendo questo tipo di vita, Wilde non poté però rimanere sordo di fronte al malessere della sua anima, in cui emergeva il continuo contrasto tra passioni ed intelletto, ovvero tra corpo e spirito. Nonostante egli presagisse le terribili conseguenze che una tale esistenza poteva recare all’anima, la propria fragilità gli impedì di abbandonare la vita dell’esteta e la sua vivace e sontuosa esistenza precipitò a poco a poco nell’infamia più umiliante. La terza parte del lavoro descrive la rinascita spirituale di Wilde in seguito al dolore e alla solitudine recati dalla condanna a due anni di carcere. Dopo aver vissuto la sofferenza più atroce e la più grande umiliazione che un artista potesse subire, l’animo di Wilde e la sua facoltà artistica riuscirono infine a riemergere in una lunga lettera intitolata dopo la sua morte De Profundis, un grido di dolore che nel buio più profondo della sua solitudine intravide finalmente una luce di speranza e di vita. In quest’opera Wilde decide di “smascherare” la propria anima e di metterla a nudo per poi iniziare un progressivo cammino di rinnovamento di tutta la sua morale, che lo porterà a rimodellare totalmente il suo pensiero sulla base di valori fino ad allora sconosciuti e rifiutati. Se quindi da un lato la sua vita fu un susseguirsi di pensieri contrastanti e azioni contraddittorie, dietro la maschera dell’apparente amoralità egli non smise mai di interrogarsi sul significato vero e recondito delle cose.
►SCARICA SAGGIO